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REGISTRO DE OBRAS

Dagli scavi di San Sisto emergono le tracce di Pisa in epoca romana e altomedievale per UniPi News

Oltre 500 casse di reperti contribuiscono a ricostruire la storia della città dall'età etrusca a oggi

VERSIONE SPAGNOLA A SANSISTO P

Emergono novità molto significative dalla campagna di scavo 2022 nel giardino presso la chiesa di

San Sisto, nel centro di Pisa, con ritrovamenti che contribuiscono a ricostruire la topografia della

città in epoca romana e altomedievale, fino ad oggi poco conosciuta soprattutto nel centro urbano.

In particolare, gli scavi hanno consentito di riportare alla luce alcuni tratti di un portico databile tra la metà del I e l'inizio del

II secolo d.C., che, nella parte scoperta, si affacciava verso l'Arno. La struttura, arricchita da affreschi, mosaici ed elementi di

rivestimento in marmo di importazione mediterranea, potrebbe essere appartenuta a un edificio pubblico o a una grande

domus, confermando comunque che proprio in quell'area era situato un settore importante della città. A SANSISTO18

I risultati degli scavi sono stati presentati venerdì 16 settembre, da Federico Cantini, ordinario di

Archeologia cristiana e medievale e responsabile scientifico degli scavi, dal direttore del

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Simone Collavini; e dall'arcivescovo dell'Arcidiocesi di

Pisa, Monsignor Giovanni Paolo Benotto.

Iniziato nel 2020 e finanziato dal Progetto di Eccellenza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa -

grazie al permesso concesso dalla Curia di Pisa, proprietaria dell'area, e al supporto del Comune di Pisa – lo scavo coinvolge

ogni anno decine fra archeologi e studenti dello stesso Dipartimento. L'obiettivo è quello di individuare i resti della corte regia

urbana altomedievale (VII-X secolo) e delle eventuali strutture di età romana preesistenti. Finora ha consentito di riportare

alla luce oltre 500 casse di reperti, databili tra il VII secolo a.C. e l'Età moderna, che raccontano la storia di questa parte

della città di Pisa dall'Età etrusca fino ad oggi. A SANSISTO UNIPI

Nel lavoro gli archeologi sono affiancati dagli antropologi, che stanno scavando e studiando le

sepolture rinvenute nell'area in modo da ricostruire anche la vita delle donne e degli uomini che

hanno vissuto in città tra il VII e il XV secolo.

"Di grande rilievo scientifico per la ricostruzione della città antica e altomedievale – spiega il

professor Cantini – è l'edificio di epoca romana, che venne abbandonato nel corso del pieno VI

secolo per poi essere occupato da tombe in età longobarda: in particolare, sono emerse

sepolture di bambini, con collane realizzate con pasta vitrea, e un frammento di una crocetta aurea, del tipo che veniva

cucito sul sudario del defunto".

Con il pieno VII secolo il portico e la struttura a cui doveva essere collegato, posta sotto la chiesa di San Sisto, furono

rioccupati per farvi il centro del potere pubblico di Età longobarda e carolingia. Si tratta della corte regia altomedievale

che, oltre ad un edificio in pietra, verosimilmente la sala ricordata nei documenti scritti, dove si dirimevano le controversie

giudiziarie, prevedeva un'area di stoccaggio dei prodotti agricoli, dotata di silos, e, almeno dalla metà dell'VIII secolo, una

chiesa, quella che poi a partire dal 1027 sarà ricordata come San Pietro in Corte Vecchia. Quest'ultimo toponimo ci parla

dell'abbandono del centro entro l'inizio dell'XI secolo.

Alla fine dello stesso secolo fu costruita l'attuale chiesa di San Sisto (1087), che diventerà la "chiesa pubblica" del Comune

di Pisa, che ne avrà il patronato. L'edificio venne dotato, nel corso della prima metà del XII secolo, di un chiostro,

delimitato da possenti murature, le cui fondazioni sono state rinvenute nello scavo archeologico insieme alle tombe che, a

partire dalla metà dello stesso secolo, andarono a collocarsi al suo interno. Si tratta di sepolture singole e di grandi casse in

laterizio, probabilmente riferibili a tombe di famiglia.

Un ultimo evento che segna la cancellazione delle strutture descritte è rappresentato dalla conquista fiorentina di inizio XV

secolo, che portò alla totale distruzione del chiostro e alla sua spoliazione. Dal Quattrocento l'area diventò un giardino e

un orto adiacente alla chiesa di San Sisto.

Venerdì 30 settembre, nell'ambito di BRIGHT Night, e il 4 e 6 ottobre saranno organizzate delle visite guidate allo scavo

archeologico rivolte a tutta la cittadinanza. I turni, ognuno dei quali potrà accogliere non più di 15 persone, sono:

30 settembre, 4 turni alle 10.00, 11.30, 14.30, 16.00; 4 ottobre, 2 turni alle 10.00 e 11.30; 6 ottobre, 2 turni alle 10.00 e

11.30. Per partecipare è necessaria la prenotazione, da effettuare tramite posta elettronica scrivendo a:

This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.. Nella mail dovranno essere specificati giorno e turno desiderato, nome, cognome e

recapito telefonico del richiedente.

(De: https://www.unipi.it/index.php/news/item/24275-dagli-scavi-di-san-sisto-emergono-le-tracce-di-pisa-in-epoca-romana-e-altomedievale).

Paralisi cerebrale infantile: riabilitazione con realtà virtuale per l'Ufficio stampa AOUP

VERSIONE SPAGNOLA

Al via la fase di sperimentazione clinica del progetto di ricerca TELOS (Tailored neurorehabilitation thErapy via multi-

domain data anaLytics and adaptive seriOus games for children with cerebral palSy), uno studio cui partecipano

numerosi enti di ricerca finalizzato a valutare l'efficacia di una terapia riabilitativa innovativa supportata dalla realtà virtuale,

paragonata alla terapia riabilitativa standard in bambini con paralisi cerebrale infantile (forme emiplegiche e diplegiche).

In Aoup la sperimentazione sarà avviata nella Sezione dipartimentale di Riabilitazione neurocognitiva dell'età

evolutiva (diretta dal professore Luca Bonfiglio, docente del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle nuove

tecnologie in Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa e responsabile scientifico del progetto per A RV 2

l'Azienda ospedaliero-universitaria pisana) del Dipartimento materno-infantile (diretto dal dottore

Pietro Bottone). Nell'Azienda USL Toscana nord ovest la sperimentazione è avviata invece nel

reparto di Medicina riabilitativa (diretto dal dottor Federico Posteraro) dell'Ospedale Versilia

(responsabile scientifico la dottoressa Sara Aliboni).

Gli esercizi riabilitativi, indirizzati a promuovere il miglioramento delle capacità manuali e dell'equilibrio, verranno svolti in

forma di videogioco (i cosiddetti serious games) ed eseguiti in realtà virtuale immersiva, con tecnologie sviluppate dai

laboratori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (Istituto di Intelligenza meccanica), coordinatrice del progetto.

L'immersione virtuale consentirà ai bambini di partecipare ad un'esperienza di gioco multisensoriale, ove agli stimoli visivi e

uditivi percepiti a 360 gradi si aggiungeranno anche stimoli tattili percepiti attraverso attuatori A TELOS haptic device

indossabili. In questo modo, sarà possibile percepire anche il contatto tattile con gli oggetti virtuali

obiettivo delle azioni di presa e manipolazione.

L'ambiente virtuale, l'aspetto ludico, la variabilità degli esercizi, la progressione per tappe successive

di upgrading gestita dal terapista, sono tutti elementi fortemente coinvolgenti, motivanti e

gratificanti e, come tali, capaci di promuovere e sostenere l'apprendimento motorio. L'ambiente virtuale, inoltre, consente di

misurare oggettivamente, tramite il rilevamento di nuovi indici cinematici e tecnologie avanzate di analisi dati - sviluppate nel

progetto dall'Istituto di Fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc) - le prestazioni dei bambini nelle

azioni richieste e, di conseguenza, di monitorarne fedelmente i progressi nel corso della terapia. Elemento da non

sottovalutare, alla luce della situazione pandemica, è infine la prospettiva di proporre questo tipo di assetto riabilitativo anche

a domicilio del paziente, in uno scenario di monitoraggio, controllo e supervisione anche da remoto (telemedicina).

Il progetto è finanziato dalla Regione Toscana nell'ambito del Bando ricerca salute 2018 e vede coinvolti la Scuola Superiore

Sant'Anna (coordinatore, ingegnere Daniele Leonardis, gruppo HRI del professore Antonio Frisoli),  A TElos

il Cnr (responsabile scientifico l'ingegnere Ilaria Bortone, Istituto di Fisiologia clinica), l'Azienda

ospedaliero-universitaria pisana (Sezione dipartimentale di Riabilitazione neurocognitiva dell'età

evolutiva), l'Azienda USL Toscana nord ovest (unità operativa di Medicina riabilitativa, Ospedale

Versilia) e l'Istituto Irccs De Bellis di Castellana Grotte (responsabile scientifico, dottor Rodolfo Sardone).

Per eventuali contatti per la sperimentazione, in Aoup l'indirizzo email di riferimento è This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., per l'Azienda USL Toscana nord ovest è This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..

(De: Comunicato ufficio stampa AOUP pubblicatoo nel UniPi news, 26 giugno 2022: https://www.unipi.it/index.php/component/k2/item/23837-paralisi-cerebrale-infantile-riabilitazione-con-realta-virtuale?Itemid=637 ). Foto: 1 y 3, Google. 2, AOUP

Sulle Ande peruviane per studiare l’evoluzione dei ghiacciai per la UniPinews

VERSIONE SPAGNOLA

"È arrivato da pochi giorni nella regione Arequipa in Perù il professor Adriano Ribolini, docente A Pampacolca Coropuna

del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, che nelle prossime settimane

effettuerà una serie di indagini su due ghiacciai tropicali delle Ande centrali (Nevado Coropuna

e Quelccaya Icefield) lavorando in un team internazionale di ricercatori.

L'attività fa parte del progetto Motice (Modelling and monitoring tropical ice in South Peru: glaciers, rock glaciers and

permafrost), guidato dalla spagnola National Distance University (UNED) e finanziato del Ministero della Scienze e

dell'Innovazione del governo spagnolo, e ha lo scopo di ricostruire l'evoluzione di questi ghiacciai a partire dagli anni '60 e

sviluppare modelli predittivi proiettati fino al 2100 secondo diversi scenari climatici.

"Questi ghiacciai sono scientificamente strategici perché si trovano ai tropici e quindi hanno una A coropuna 2

sensibilità particolare all'attuale riscaldamento planetario – spiega il professor Ribolini – ma

soprattutto rappresentano dei chiari esempi di risorsa d'acqua che alimenta numerosi insediamenti

anche di dimensione rilevante posti in regioni aride della terra.

L'attività progettuale è variegata, il mio compito sarà quello di effettuare misure di spessore del

ghiacciaio Nevado Coropuna con una strumentazione Ground-Penetrating Radar, fornendo dati cruciali per il successivo

modelling. L'ambiente di lavoro sarà sicuramente affascinante, ma anche impegnativo, perché prevede di fare attività di

rilevamento e misure strumentali a quote tra 4500 e 5500 metri".

L'attività progettuale è costituita da misure di carattere glaciologico (topografico e nivologico),  A CADENA

remote sensing dei ghiacciai (analisi di immagini aeree e satellitari riprese a partire dal secolo

scorso), geomorfologiche (studio dei depositi abbandonanti dai ghiacciai nel processo di ritiro, e

della presenza di orizzonti sotto-superficiali permanentemente congelati-Permafrost).

In particolare, l'attività dei ricercatori si prefigge di descrivere le modalità e le velocità del ritiro di questi ghiacciai tropicali (situati a circa 15° di latitudine sud) a partire dagli anni '60, osservando anche le conseguenti trasformazioni del paesaggio e iniziando un programma di monitoraggio del bilancio di massa dei ghiacciai.

Tra gli obiettivi del progetto c'è anche creare un modello che possa riprodurre il pattern di ritiro dei A LAVORI 3

ghiacciai esaminati nell'intervallo di tempo 1960-2020 e utilizzare il modello per predire l'evoluzione

dei ghiacciai esaminati dal 2025 al 2100 secondo diversi scenari climatici, valutando la perdita di

risorsa d'acqua.

Il progetto va dunque ad analizzare una situazione ambientale critica nelle regioni aride andine, me che potrebbe essere una

possibile prospettiva anche per le nostre regioni alpine nei prossimi decenni: "Oltre all'importanza scientifica dei risultati

ottenibili, che si collocano nel solco dello studio del climate change, la ricaduta della ricerca per la società civile è collegata al

tema della risorsa d'acqua, minacciata dai cambiamenti climatici globali anche alle nostre latitudini, come evidente dalla

cronaca nazionale – conclude Ribolini – Il progetto ha anche connessioni con altre iniziative nella regione andina che stanno

sensibilizzando le comunità sulle strategie di adattamento ai cambiamenti in atto nella disponibilità delle risorse d'acqua".

Oltre all'Università di Pisa, partecipano al progetto ricercatori delle università Complutense di Madrid, Santiago de Compostela, Extremadura, Bologna, University of Sheffield (UK), dell'Università Nazionale a Distanza (Spain), National Institute for Glaciers and High Mountain Research (INAIGEM, Perù), Peruvian Space Agency (CONIDA). Partecipano anche tecnici dell'Autoridad Nacional dell'Agua (Perù).

(De: https://www.unipi.it/index.php/news/item/24006-sulle-ande-peruviane-per-studiare-l-evoluzione-dei-ghiacciai). Fotos: 1, 2 e 4: unipi.it; foto 3: gob.pe

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