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Rose sotto gli alberi di Gustav Klimt per ADO
Della interessantissima web ADO, vi presentiamo un riassunto di l'articolo Rose sotto dli alberi di Gustav Klimt:
"Rose sotto gli alberi" di Gustav Klimt fu indebitamente acquisito da un collezionista nazista a scapito della legittima
proprietaria morta in un campo di concentramento: Gustav Klimt, "Rose sotto gli alberi", 1905, olio su tela, 110 x 110 cm.
Parigi, Musée d'Orsay. (...)
Il titolo originale del dipinto, in lingua tedesca è Rosen. In seguito diventerà poi Melo, Meli con rose
e Paesaggi. (...). L'opera risale al 1905; Klimt dipinse Rose sotto gli alberi a Litzlberg in prossimità
di un lago durante le vacanze estive. Klimt soggiornò nella città per due anni, nel 1904 e nel 1905.
Nel 2021 il governo francese ha deciso di restituire il dipinto (...) ai legittimi eredi.
Infatti il dipinto fu sottratto dai nazisti nel 1938 alla famiglia ebrea di Nora Stiasny, nata nel 1898 e
morta nel 1942, che abitava in Austria. (...), L'industriale e collezionista ebreo austriaco Viktor
Zuckerkandl acquistò il dipinto nel 1911. Alla morte del collezionista e della moglie Paula l'opera passò alla nipote Eleonore
"Nora" Stiasny.
Il Musée d'Orsay di Parigi ha ospitato l'opera fino al 2021 dopo 83 anni di sottrazione alla legittima proprietaria.
(...) Grazie ad uno studio condotto dal Museo d'Orsay, del Ministero della Cultura e della Galleria Belvédère di Vienna,
supportati ai rappresentanti dei discendenti di Nora Stiasny, è stata chiarita la provenienza del
dipinto. Così il Governo francese voterà una legge che permetterà la restituzione del dipinto che in
quanto proprietà dello Stato è inalienabile.
(...).
La sottrazione dell'opera Rose sotto gli alberi di Gustav Klimt
Pochi mesi dopo l'annessione dell'Austria al Reich, le autorità naziste costrinsero Nora Stiasny, nipote dei collezionisti Viktor e
Paula Zuckerkandl, a cedere l'opera.
Il professor Philipp Häusler, membro del partito nazista, nell'agosto 1938 comprò così il dipinto ad
un prezzo molto basso. Al tempo l'opera era intitolata "Pommier" (Melo). Nora, quattro anni dopo
entrò in un campo di concentramento insieme alla madre, al marito e al figlio. Tutti morirono.
Nel 1980 il Musée d'Orsay ottenne l'opera dalla Galerie Peter Nathan di Zurigo. La proprietaria
dell'epoca era Herta Blümel, la compagna di Häusler che aveva ereditato il dipinto alla morte del
collezionista. L'opera con il titolo "Rosiers sous les arbres" entrò a far parte del del Museo d'Orsay (...) in seguito ad una
donazione anonima proveniente dal Canada.
(...)Laurence des Cars, il presidente del Musée d'Orsay, ha guidato una lunga ricerca storica per scoprire l'origine del dipinto.
Nel 2016 Monika Mayer del Museo del Belvedere di Vienna e Ruth Pleyer, due ricercatori austriaci, in seguito a complicate
indagini storiche hanno rivelato il ruolo avuto dall'ultimo proprietario del dipinto. La rivelazione è stata possibile grazie alla
desecretazione dei documenti che raccontano come Häusler ottenne il dipinto avvenuta alla fine degli anni Novanta del
Novecento. (...).Secondo la ricostruzione storica Philipp Häusler ebbe una relazione in gioventù con Nora Stiasny. Il
collezionista aderì poi al partito nazista in Germania nel 1933. (...)
Le opere sottratte dai nazisti e il National Museum of Recovery
Le opere sottratte dai nazisti che si trovano attualmente in Germania sono circa 2.000 e sono etichettate con la sigla MNR,
National Museum of Recovery. I direttori di molti musei si sono attivati nel tempo per ottenere la restituzione di opere
sottratte nel periodo della Seconda Guerra Mondiale dal regime nazista.
Eike Schmidt che aveva diretto la Galleria degli Uffizi di Firenze, chiese la restituzione dell'opera
intitolata "Vaso di fiori" di Jan van Huysum, sottratta dall'esercito tedesco nel 1940. Il dipinto fu
restituito così il 19 luglio del 2019. Un altro dipinto seguì la stessa sorte di Rose sotto gli alberi, si
tratta del "Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I" di Gustav Klimt.
(De: https://www.analisidellopera.it/cespugli-di-rose-sotto-gli-alberi-gustave-klimt/; adaptación,
resúmen y traducción de la Redacción del Blog. Autoría del artículo completo de ADO, marzo 25
2021).
"La Linea dell'Arno" per G. Barsotti
Abbiamo opportunità' di pubblicare un'articolo gentilmente inviato per l'autore del libro storico: "La Linea dell'Arno", Giorgio Barsotti a chi inviamo il nostro ringraziamento sincero. VERSIONE SPAGNOLA
"Luglio 1944: Terremo con successo la linea dell'Arno: così il Capitano SS Günther Kaddatz nel suo primo incontro
con l'Avvocato Mario Gattai, commissario prefettizio del Comune di Pisa, concluse il colloquio meravigliandosi che a Pisa –
devastata dai bombardamenti aerei prima e poi dagli incessanti cannoneggiamenti delle opposte artiglierie - potessero essere
rimaste ancora alcune migliaia di persone, affrontando ogni giorno il pericolo costituito dal diffuso minamento delle case e
d'interi quartieri prossimi al fiume, dalla brutalità e dalle fucilazioni sommarie delle SS, opponendosi ai saccheggi, priva di
cibo, di acqua, di gas ed energia elettrica, col rischio costante di ammalarsi di tifo o di morire per la più banale ferita a causa
della mancanza di medicinali. . Fallito il progetto caldeggiato dall'Arcivescovo Vettori di far dichiarare Pisa "città bianca", ai
pisani non restò che attendere cercando di sopravvivere in attesa del più che certo arrivo degli Alleati, incomprensibilmente
immobili lungo la riva sud dell'Arno.
Settantasette anni non sono ancora un tempo troppo remoto ma è esperienza comune che ai
giorni nostri i pisani giovani e meno giovani sembrano aver gettato in una sorta di dimenticatoio
collettivo le memorie dei loro nonni. Non nascondo invece la speranza di inserirmi con questo
scritto, senza timori retrospettivi, nella memoria di un passato che non deve cadere nell'oblio".
IL LIBRO:
"Il volume, trae il titolo dal nome che le autorità militari tedesche assegnarono alla linea difensiva approntata a Pisa e nei
dintorni lungo la riva destra dell'Arno nel 1944, ma tratta degli avvenimenti accaduti nella città a decorrere dal luglio 1943
fino al 1° settembre 1944, quando giunsero le truppe alleate e, per i motivi che qui espongo, più che una storia, preferisco
definire questo mio lavoro un compendio di cronache pisane. Traendo spunto dal fatto che fin dal 1943 in prossimità della
casa dei miei nonni e nel quartiere delle "palazzine" di Porta a Lucca erano acquartierati numerosi soldati tedeschi, ho
deciso di ripercorrere le varie fasi della vita quotidiana prendendo le mosse da quando la presenza di quei militari non
costituiva una novità (stante l'alleanza italo-tedesca) fino al drammatico evolversi degli eventi scanditi dalla fine del
Fascismo, dall'occupazione militare da parte della Wehrmacht (con l'istituzione di una Ortskommandantur), dalla nascita
e dal collasso della RSI, dalla linea del fronte apprestata dalle SS in quanto Pisa si trovava ormai in "zona di operazioni".
Perciò, dopo aver attentamente studiato i pochi ma ben noti documenti redatti soprattutto sotto
forma di diari e libri, ho esteso l'indagine raccogliendo e registrando le testimonianze dei numerosi
anziani che gentilmente mi hanno consentito di disporre di documenti inediti e conservati per lungo
tempo. Nella maggior parte dei casi la memoria non ha tradito i narratori ed anzi, ha confermato
episodi importanti ai quali invece i libri e i diari avevano fatto cenno solo di sfuggita.
Negli archivi italiani, statunitensi e tedeschi ho potuto acquisire – anche se non in modo definitivo -
le informazioni riguardanti i numerosi attori che agirono alla ribalta di quei tragici giorni sotto il
costante imperversare dei bombardamenti aerei prima e delle artiglierie poi. Grazie, inoltre, alle
informazioni ricevute da chi aveva parteggiato per la RSI, ho potuto ricostruire sia le origini della Brigata Nera pisana sia le
vicende processuali del federale Pisano Ugo Catarsi, mentre un'attenzione particolare è stata rivolta sugli ufficiali tedeschi
che per motivi che non sono riuscito ad appurare, non furono mai perseguiti dalle autorità pisane nonostante la tradizione
locale abbia attribuito loro la responsabilità di numerose uccisioni.
Ho di proposito tralasciato di occuparmi della Resistenza sui Monti Pisani, oggetto di numerose
ricerche e studi - così come dei noti eccidi cittadini (Pardo Roques e San Biagio: è ormai
accertato dai più che la strage di Via Sant'Andrea e di San Biagio furono le tragiche
conseguenze di atti di rapina e di stupri) che sono stati esaminati in libri ampiamente documentati -
per dedicarmi invece al vissuto quotidiano nella città, esaminando il ruolo svolto e i comportamenti
degli uomini di primo piano (autorità fasciste, comandanti tedeschi, autorità ecclesiastiche e civili,
antifascisti) e i loro rapporti, senza tralasciare i "personaggi minori".
Giorgio Barsotti
Pisa, gennaio 2022
Foto (1) Google, (2 e 3) fornite gentilmente per il Sg.re Barsotti.
Rapporto Musei 2021: dagli effetti dell’emergenza Covid-19, verso la resilienza
Un interessante Rapport sullo stato delle cose nei Musei della Regione Toscana, che pubblichiamo adesso in un breve riassunto. Sotto trovarete il Link del documento intero, di 102 pp. VERSIONE SPAGNOLA
(...) "Nell'edizione precedente il rapporto musei del 2020, offrendo il numero di ingressi registrati nel 2019 nei 727 musei
aperti in quell'anno (26.329.608 ingressi totali, +1,7% rispetto al 2018), come riportava la parte introduttiva delle analisi dei
dati fotografava "un momento particolarissimo della vita dei musei regionali –come peraltro nazionali e internazionali-,
ovvero lo stato dell'arte alle soglie dell'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, diffusasi in Italia nei primi
mesi del 2020", prevedendo che quei dati avrebbero formato "il punto di riferimento per poter valutare – quando nel
prossimo rapporto saranno disponibili il numero di ingressi del 2020 ed il numero di strutture aperte nel 2021 inoltrato- gli
effetti reali della pandemia sul mondo dei musei toscani, sia sul piano della variazione del numero di ingressi, sia su quello
del numero di strutture che sono aperte al pubblico in un orizzonte di breve-medio termine dall'insorgere dell'emergenza
sanitaria.
Se il Rapporto precedente esprimeva dunque dei trend di crescita precedenti all'emergenza
sanitaria e quindi in sostanziale continuità col 2018, il Rapporto 2021 è la fotografia degli effetti
disastrosi nel comparto museale della pandemia, delle chiusure obbligate, della ridotta mobilità
individuale per motivi di profilassi, della necessità di misure specifiche per l'ingresso nei musei e nei
luoghi della cultura. (...)
Osservando i dati toscani per provincia, il numero di musei e istituti aperti nel 2021 è stabile per Arezzo (76), Firenze
(189), Grosseto (60), Livorno (56), Massa Carrara (27), Pisa, (76), Pistoia (54) e Prato (22), mentre le chiusure sono
concentrate nella provincia di Siena, dove si passa a 105 istituti rispetto ai precedenti 108, in una provincia tuttavia che
dopo Firenze deteneva e tutt'ora detiene il quantitativo più alto di musei. Sorprendentemente, le chiusure non riguardano
istituti privati, ma pubblici: nel Senese infatti i musei nazionali del MiC aperti passano da 10 a 8, e quelli delle Università
passano da 8 a 7, con una tenuta degli Enti Locali (43), e -nel comparto privato- degli Enti religiosi (15), delle Associazioni e
Fondazioni (25) e degli altri privati (7).
Alla sostanziale stabilità dell'offerta museale si contrappone invece una pesantissima caduta nel numero
dei visitatori: gli ingressi complessivi 2020 sono stati solo 7.117.257, a fronte dei 26.349.606 del
2019, con un crollo del -73,0%. Inevitabilmente, si è quindi spezzato il trend delle annualità
precedenti, quando nel 2019 si era avuta una crescita dei visitatori del +1,7% rispetto all'anno
precedente, nel 2018 una crescita del +3,3%, nel 2017 del +2,3% e nel 2016 del +3,1%.
È comunque il caso di rilevare come, nell'andamento disastroso, la perdita toscana complessiva sia leggermente inferiore alla
percentuale di perdita a scala nazionale registrata tra 2020 e 2019 nei musei, monumenti ed aree archeologiche statali, che
ha raggiunto il 76% stando ai dati messi a disposizione del Ministero in: http://www.statistica.beniculturali.it/Visitatori_e_introiti_musei_20.htm
(...) all'interno del calo medio del -73% di ingressi si registra come le maggiori punte di perdita
abbiano interessato sorprendentemente i parchi e le aree archeologiche, le chiese, i palazzi, le ville
e i giardini, con un -77,1%, ovvero i luoghi dove era apparentemente più opportuno recarsi in fase di pandemia per
distanziamento, mentre i musei e le raccolte come macrocategoria hanno perso "solo" il -71,8%, assicurandosi il 44,5% dei
visitatori regionali rispetto al 42,6% del 2019.
Quanto ai tematismi preferiti nel 2020 dai visitatori nei musei ed istituti, l'arte è scesa al 67,9% rispetto al 73,2% del 2019,
così come la scienza e tecnica è scesa al 3% rispetto al 4,2% del 2019; in incremento invece l'archeologia col 9,0% rispetto
al 7,5% del 2019, la storia col 6,8% rispetto al 5,6% del 2019, le scienze naturali col 4,5% rispetto al 3,8% del 2019, ed
anche l'arte contemporanea, che sale all'1% rispetto allo 0,4% del 2019.
(...) D'altronde Firenze risulta l'unica destinazione italiana selezionata da "Lonely Planet" (la più nota casa editrice di
viaggi, nonché autorità del settore a livello mondiale) tra le 10 migliori destinazioni di viaggio segnalate in "Best in Travel
2022", pubblicazione annuale che indica, per l'anno a venire, le destinazioni più interessanti e le esperienze di viaggio da
non perdere nel mondo; Firenze compare proprio "per le iniziative tese a decentrare il turismo e
renderlo più sostenibile e guidato dalla comunità", premiando come la città abbia affrontato, in
linea con le politiche regionali, il tema della sostenibilità rispondendo alle nuove esigenze dei
viaggiatori, mutate in conseguenza alla pandemia. (...)
De: https://www.regione.toscana.it/documents/10180/25323100/Rapporto%20Musei%202021.pdf/c3a21a87-2f05-e862-110b-990add962a34
(Fotos: Google; riassunto e traduzione per la Redazione del Blog)
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