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REGISTRO DE OBRAS

Bando per 300 posti di dottorato per UniPi News

Un interessante "news" per tutti gli studenti, tra poco la Versione Spagnola A Dottorati 2022

Sono 300 i posti di dottorato di ricerca messi a bando dall'Università di Pisa a partire da

venerdì 8 luglio, dei quali 266 con borsa di studio, nell'ambito dei 25 dottorati che hanno

l'Ateneo come sede amministrativa.

Il bando è consultabile all'indirizzo: http://www.unipi.it/concorsodottorato, e con la sua pubblicazione parte la campagna di

comunicazione "Un passo in avanti" (unipi.it/dottoratoXXXVIII), a cura del Centro per l'Innovazione e la Diffusione

della Cultura (CIDIC), che pensata per il web e i social vuole sottolineare il valore aggiunto rappresentato dal dottorato di

ricerca sia per il proprio percorso formativo, sia ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro.

Una metà dei corsi di dottorato proposti dall'Università di Pisa riguarda temi a forte vocazione scientifico-tecnologica, mirati agli ambiti della transizione digitale e ambientale e dell'innovazione per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale.

Altrettanti, più orientati alla ricerca applicata e con l'obiettivo di potenziare competenze di alto profilo in ambito industriale,

vedono il contributo e il coinvolgimento diretto delle imprese nel percorso formativo, tramite un periodo di almeno sei mesi

che i dottorandi potranno trascorrere in azienda, creando i presupposti per una loro collocazione futura di alta

specializzazione.

"Fare un dottorato all'Università di Pisa – ha commentato la professoressa Marcella Aglietti,  A IA 22

delegata per il Dottorato di Ricerca - significa ben più che ricevere una borsa. L'Ateneo, che al

momento conta poco meno di mille dottorandi iscritti, rivolge da anni un'attenzione particolare alla

formazione dottorale, anticipando molti dei requisiti già contemplati dai più qualificati standard

internazionali.

In particolare, offre un ampio ventaglio di iniziative mirate – dall'articolata didattica trasversale e soft skills rivolte

all'acquisizione di competenze informatiche, statistiche e linguistiche, alla dimestichezza con la progettualità europea,

l'imprenditorialità e il trasferimento tecnologico, fino all'Open Science – che sono ormai indispensabili per qualunque profilo

intenda inserirsi nel contesto della ricerca italiano ed europeo, pubblico e privato".

"In più – ha aggiunto la professoressa Aglietti – l'Ateneo pisano mette a bando ogni anno finanziamenti straordinari per

favorire e sostenere la crescita accademica e professionale dei dottorandi, le potenzialità dei loro progetti di ricerca e le

opportunità di sviluppo futuro. Risorse aggiuntive sono infatti conferite su base competitiva per l'organizzazione di convegni

scientifici e workshop altamente specializzati, premi per le miglior tesi dottorali, bandi ad hoc per la mobilità all'estero ed

eventi dedicati a promuovere i risultati della ricerca e lo scambio delle conoscenze".

L'offerta dottorale dell'Università di Pisa per il 38 ciclo contempla anche la partecipazione ad altri 11 dottorati in convenzione,

che saranno banditi dalle università capofila, e a 12 dottorati di interesse nazionale, uno alla sua seconda edizione e con

sede pisana, l'ormai celebre dottorato in Intelligenza artificiale, e gli altri a cui l'Ateneo partecipa con propri curricula:

"Sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici", "Studi religiosi", "Scienze del patrimonio",  A Blockchain

"Theoretical and Applied Neuroscience", "Cybersecurity", "Robotica e macchine intelligenti",

"Space Science and Technology", "Learning Sciences", "Blockchain", "Micro and Nano

Electronics" e "Autonomous System".

(De: https://www.unipi.it/index.php/news/item/23935-pubblicato-il-bando-per-300-posti-di-dottorato-dei-quali-266-con-borsa-di-studio). Foto: unipi.it e Google

 

Il cuore che si "emoziona" e guida il nostro cervello per UniPi News

Vi presentiamo il recente articolo sullo studio dell'Università di Pisa in collaborazione con l'Università di Padova e

l'University of California Irvine pubblicato nei "Proceedings of the National Academy of Science of the USA"

VERSIONE SPAGNOLA

"Le emozioni nascono nel cuore, e non nel cervello, dicevano i poeti. Ora la ricerca scientifica conferma le fondamenta di

questo topos letterario.

Uno studio dei bioingegneri dell'Università di Pisa in collaborazione con l'Università di Padova e l'  A corazon cerebro22

University of California Irvine e pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of

Science of the USA" analizza il meccanismo che ci porta a provare una specifica emozione a fronte

di determinati stimoli e trova nel cuore la radice delle emozioni.

"Che il corpo giochi un ruolo fondamentale nel definire gli stati emotivi è ormai ampiamente riconosciuto dalla comunità

scientifica – spiega Gaetano Valenza, docente di bioingegneria al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione

dell'Università di Pisa e ricercatore al Centro "E. Piaggio" – Tuttavia, se escludiamo alcune teorie proposte agli inizi del 

secolo scorso, fino ad ora l'attività cardiovascolare è stata vista come un semplice supporto metabolico a sostegno del

cervello.  E solo il cervello sarebbe la sede dei processi biologici responsabili dell'esperienza emotiva cosciente. Noi abbiamo

invece evidenze del fatto che l'attività cardiovascolare gioca un ruolo causale nell'iniziare e nel sentire una specifica

emozione, e precede temporalmente l'attivazione dei neuroni della corteccia cerebrale.

In sostanza, per dirla parafrasando William James, che fu il padre, insieme a John Lange, della  A taquiCARDIA

cosiddetta teoria periferica delle emozioni, non abbiamo la tachicardia perché abbiamo paura, ma la

sensazione di paura è l'esperienza emotiva cosciente innescata dalla tachicardia".

Per dimostrare questa teoria sono stati utilizzati modelli matematici complessi applicati ai segnali

elettrocardiografici ed elettroencefalografici in soggetti sani durante la visione di filmati con contenuto emotivo altamente

spiacevole o piacevole. I ricercatori hanno così scoperto che nei primi secondi lo stimolo modifica l'attività cardiaca, che a

sua volta induce e modula una specifica risposta della corteccia. Un continuo e bidirezionale scambio di informazioni tra

cuore e cervello sottende quindi l'intera esperienza cosciente dell'emozione e, soprattutto, della sua intensità. "Ovviamente –

prosegue Valenza – la complessità delle emozioni che proviamo deriva da uno scambio molto complesso tra il nostro sistema

nervoso e i vari sistemi "periferici", ma è l'attività cardiaca, e non quella cerebrale, a dare il via all'esperienza emotiva." 

A CEREBRO22

Per potere estrarre da una semplice analisi dell'ECG la valutazione di uno stato emotivo, i ricercatori

hanno sviluppato delle equazioni matematiche in grado di "decodificare" continuamente la

comunicazione cuore-cervello nei diversi stati emozionali. 

In pratica, data una certa dinamica cardiaca, in un futuro prossimo, potrebbe essere possibile

comprendere quale emozione è stata provata dal soggetto sotto osservazione, per esempio

utilizzando uno smartwatch.

"La scoperta può avere delle ricadute molto rilevanti sulla comprensione dei disturbi psichici e sulla loro relazione con la

salute fisica – afferma Claudio Gentili, del Dipartimento di Psicologia Generale e Centro per i Servizi Clinici Psicologici

dell'Università di Padova – e può spiegare perché soggetti con disturbi affettivi, come la depressione, sono associati ad una

maggior probabilità di sviluppare patologie cardiache, o, viceversa, tra soggetti con problemi cardiaci quali patologie

coronariche o aritmie si riscontra un incremento di ansia e depressione. Il nostro lavoro, oltre a riportare in auge la teoria

della genesi periferica delle emozioni, conferma le più recenti posizioni neuroscientifiche che propongono di superare il

dualismo tra il cervello inteso come organo esclusivo della mente e il corpo, suggerendo come noi non siamo (solo) il nostro

cervello".

(De: https://www.unipi.it/index.php/news/item/23639-il-cuore-che-si-emoziona-e-guida-il-nostro-cervello. Foto: Google) 

Le Impronte del Bosco ODV

Vi presentiamo una giovane associazione che aiuta oltre 340 animali ogni giorno con la quale poteteBOSCO 3 5

collaborare. VERSIONE SPAGNOLA

Le Impronte del Bosco è una giovane associazione per la tutela degli animali.
La Presidente è la Dr.ssa in Medicina Veterinaria Gessica Senzamici e la Vicepresidente è Alessandra Migliorini, studentessa di Medicina Veterinaria.

Stiamo lavorando a due obiettivi principali: la costituzione di un Rifugio per animali definiti "da

reddito" e non, in particolare una mandria al momento composta da più di 70 bovini, un gregge di

oltre 200 ovicaprini, 2 cavalli, 22 cani, 10 gatti e 10 maiali; sotto la gestione della dott.ssa Senzamici, la costituzione di un

Centro di Recupero Animali Selvatici recuperati nella provincia di Arezzo.

Lo scopo è quello di prestare cure veterinarie al fine di poter immettere nuovamente in natura questi animali a seguito di un periodo di riabilitazione, e ospitare permanentemente gli animali non in condizioni di essere liberati.

Il progetto e l'associazione stessa sono stati fondati a seguito della gestione di un'emergenza riguardante BOSCO 5 5

un'attività produttiva in chiusura: un allevamento che già operava senza macellare gli animali ma che in

concomitanza della chiusura dell'azienda ha chiesto aiuto per salvarli invece di destinarli alla vendita.

Alessandra è quindi intervenuta come volontaria e ha preso contatti con i Rifugi della Rete Dei Santuari Di

Animali Liberi, insieme ai quali abbiamo trovato casa sicura per 280 capre e pecore.

In questo contesto, grazie ad una pecora che necessitava di cure abbiamo conosciuto la dott.ssa

Senzamici.

A fronte dell'estrema difficoltà nel trovare sistemazioni valide per un così elevato numero di animali, i problemi derivanti dalla

necessità di continui controlli post-affido, le ingenti spese di trasporto e anche e soprattutto per la volontà di preservare i

legami fortissimi che uniscono i membri della mandria di bovini, dopo alcuni mesi di lavoro intenso abbiamo deciso di

trasformare la gestione dell'emergenza nella costruzione di qualcosa, e nel settembre 2021 di fondare l'associazione per

costituire per gli oltre 300 animali rimanenti un vero e proprio progetto di Rifugio.

Ci saranno molti lavori da effettuare per adeguare il luogo dove vivono gli animali ad ospitare un  BOSOC 7 5

progetto a lungo termine e molte spese da sostenere oltre a quelle che già sosteniamo ogni giorno,

ma la mancanza di una valida alternativa per questi animali ci rende molto determinati.

La situazione unica da cui è nato questo progetto è anche il suo punto di forza: non possiamo

adeguare l'obiettivo al budget, ma dobbiamo adeguare il nostro sforzo all'obiettivo, cioè prenderci

cura di tutti loro!

Siamo nati PER loro.

Siamo l'unica associazione no-profit in Italia che si occupa di un numero così elevato di bovini, con tutte le spese a ciò

collegate.

E' un percorso difficilissimo ma la nostra speranza è quella di coinvolgere sempre più persone e BOSCO 2 5

farle appassionare alle meravigliose dinamiche che legano questi animali nella loro individualità e

socialità, alla vita di questi animali come soggetti che si autodeterminano, e non come oggetti.

...COS'È UN'ODV?

L'associazione o organizzazione di volontariato (ODV) è un ente senza scopo di lucro che persegue

scopi solidaristici avvalendosi in modo prevalente del volontariato dei propri associati. In questo caso l'associazione si

occuperà di progetti di tutela degli animali.

...UN RIFUGIO?
Parte del progetto è di offrire una nuova casa per la vita alla mandria di bovini e al gregge di  A BOSCO 1 5

ovicaprini di cui già ci occupiamo, entrambi non produttivi.  La mandria ha vissuto molti anni

insieme e i membri che la compongono sono uniti da legami fortissimi e complessi.

Vogliamo costruire una dimora dove possano continuare a vivere liberi e uniti.

COME PUOI AIUTARCI?

Ogni giorno le spese di mantenimento della mandria e del gregge sono altissime: utte le settimane

dobbiamo acquistare carichi di fieno per i bovini e per il gregge, e tutti i giorni la razione quotidiana di mangime per gli

animali. In questa fase dove il progetto di Rifugio è in fase di organizzazione possiamo contare solo sulle donazioni libere per

continuare a garantire la libertà agli animali. BOSCO 6 5

Ogni piccolo aiuto è gigante e aggiunge un mattoncino essenziale alla riuscita del progetto! Dona

fienoDona mangime. Adotta a distanza.

Grazie!

(De: https://www.leimprontedelbosco.org/chi-siamo, con permesso della ODV. Foto: Fb Le

Impronte del Bosco)

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