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La Laguna (38) per N. Cataldo
Ciao a tutti e buon inverno!
Qualche ora fa, ho parlato al telefono con mia madre e mi ha detto che in Italia comincia a fare davvero freddo.
Qui, invece, le temperature sono ancora più che accettabili e nel sud dell'isola si può ancora andare al mare! Strano? Assolutamente no! Oggi è il penultimo giorno del mese e domani si conclude il mio nono novembre qui a Tenerife e non ne ricordo nessuno nel quale non ho passato almeno un paio di weekend al mare;)
Oggi è sabato, ma, purtroppo, in questo fine settimana non potrò andare al mare perché ho molto
lavoro da sbrigare. Devo, infatti, preparare gli esami che i miei studenti sosteranno tra tre settimane.
Perché li preparo con tanto anticipo? Semplice: perché martedì arriva sull'isola il mio amico Pepe che resterà a Los Cristianos per un paio di settimane.
E allora durante la sua visita, voglio potergli dedicare gran parte del mio tempo libero, visto che non ci vediamo da agosto, e per sentirmi un po' in vacanza anch'io!;)
E allora scrivere questo blog è il modo ideale per prendermi la seconda pausa odierna dal lavoro. La prima è stata la conversazione con mia madre che mi ha promesso che una volta in pensione verrà a passare qualche mese qui durante l'inverno per scappare dal freddo e per cucinarmi i panzerotti;)
Ma veniamo a questo mese di novembre. È stato il mese delle visite di Manu, Paulo e Tiziana. Della prima parte della visita di Manu vi avevo già parlato e allora in questo blog vi racconterò dell'ultima serata passata assieme, nella quale, dopo aver mangiato un kebap ci siamo diretti al Blues Bar per prendere una birra. Il problema è che le birre si sono moltiplicate e poi, per colpa di Elena;), un'amica spagnola, sono apparsi anche i cicchetti di tequila bum bum e allora anche le risate si sono moltiplicate;) Il giorno seguente, dopo aver lavorato un paio d'ore, come negli ultimi sabati, ho pranzato con Tiziana e alcune sue amiche.
Chi è Tiziana? È una vecchia amica di famiglia, soprattutto di mio fratello e di mia sorella, che è venuta a fare un fine settimana a Tenerife. È stato un piacere chiaccherare con lei anche perché erano anni che non ci vedevamo.
Anche la visita di Paulo è stata breve, ma intensa. Si è fermato sull'isola, o meglio, a La Laguna per
sole dodici ore. E non sono poche considerando che inizialmente la sua visita non era prevista. Da
circa un mese sta vivendo a Madrid e doveva andare per un paio di giorni a La Palma per lavoro.
Per venire a fare un saluto agli amici de La Laguna ha deciso di perdere volontariamente il volo di
ritorno per Madrid e di prenderne invece uno per Tenerife. E allora è atterrato a Tenerife nord verso le sedici e trenta ed è subito venuto a casa dove, in compagnia di Sergio, Rodrigo ed Elena, abbiamo visto il clásico. Un Real Madrid-Barcelona che passerà alla storia per l'umiliante sconfitta inflitta dalla squadra catalana a quella della capitale.
E quindi questa volta Paulo non ha portato fortuna al Madrid, anzi. Da una partita all'altra. Dopo il clásico siamo andati a casa di Rodrigo dove abbiamo visto una partita del campionato cileno nella quale il mio Palestino ha sconfitto il Colo Colo di Rodrigo. E allora, io per festeggiare e Rodri e Sergio per consolarsi, dopo la partita siamo usciti con Paulo in giro per i bar de La Laguna.
È che ci aveva chiesto il favore di fagli compagnia fino alle cinque di mattina quando sarebbe andato all'aeroporto per prendere il volo di ritorno a Madrid. Dove siamo stati fino a quell'ora? Nel Pirata Brasileiro, un bar del Cuadrilatero, gestito da un brasiliano e da un napoletano, nel quale abbiamo bevuto un numero imprecisato di mojito;) Come potete immaginare, il giorno seguente è stato un po' "difficile", ma almeno era domenica e non avevo lezioni.
E così siamo arrivati a questo fine settimana in cui regna il consumismo più sfrenato. Ieri, infatti,
era il Black Friday, una tradizione americana che comincia pericolosamente ad attecchire anche qui in Spagna e suppongo anche in Italia. Si tratta di una giornata di sconti su qualsiasi tipo di prodotti, soprattutto tecnologici ed informatici, che in alcuni casi si allunga a tutto il fine settimana.
E allora la gente è praticamente impazzita ed è disposta a stressarsi notevolmente facendo code in autostrada e all'entrata dei centri commerciali. Io, semplicemente, non condivido e quando mi chiedono se ho intenzione di comprare qualcosa in questi giorni o del Black Friday in generale, mi limito a dire che preferisco i Black Sabbath;)
Ma tutto ciò è solo l'inizio della tempesta consumistica che si scatenerà, come tutti gli anni, a dicembre.
Almeno quest'anno non si parlerà solo di regali, ma anche di politica e delle importantissime elezioni
del venti dicembre. Anche se non ufficialmente, siamo già in piena campagna elettorale e i leader
dei rispettivi partiti appaiono in televisione come funghi in un bosco umido. Ci sono grandi per
aspettative quelle che molti considerano le elezioni che metterano fine al bipartidismo.
Io non posso votare e mi limito a seguire e a "fare il tifo" per un partito in concreto e a gufare tutti gli altri;)
In ogni caso sono molto curioso di sapere quello che succederà tra tre settimane e soprattutto dopo i risultati.
Tra l'altro la campagna elettorando è fortemente condizionata dagli attentati di Parigi e dagli sviluppi internazionali.
In questa sede, mi limiterò a dire che mi rattrista molto quello che è successo in Francia, dove tra l'altro ho amici, che per fortuna stanno tutti bene, ma credo che sia un po' ipocrita indignarsi tanto per i morti di Parigi, quando due giorni prima c'era stato un attentato in Libano del quale si è parlato moltissimo meno. È vero che qui in Occidente non ci siamo abituati, ma i morti dovrebbero essere tutti uguali e avere la stessa dignità ed essere ricordati nello stesso modo.
Il tutto in un clima internazionale molto teso e con la situazione della Siria sotto la lente d'ingrandimento.
La soluzione proposta dal governo francese non mi sembra la migliore e neanche l'appoggio del
primo ministro italiano ai bombardamenti non mi sembra troppo intelligente. Le parole di Renzi si
devono forse al fatto che l'Italia è un obiettivo sensibile dei terroristi del Daesh, ma la guerra non mi
sembra la soluzione, anzi.
Infatti, la situazione attuale e l'auge dell'Isis si devono in buona parte alla guerra in Iraq di una decina di anni fa. Ma la gente, ahimé, ha la memoria corta e tende a generalizzare considerando in molti casi tutti i profughi, o peggio tutti i musulmani, terroristi. In realtà, la guerra mi sembra che sia solo un modo di risolvere la tensione esistente in Siria e in tutto il medio oriente, tra la coalizione filoamericana e quella filorussa, con l'Arabia Saudita in una posizione, a mio parere, abastanza ambigua.
È vero, infatti, che ufficialmente lo stato degli sceicchi è dalla parte degli Stati Uniti e dei francesi in questa lotta ai terroristi, ma, secondo voi, l'Isis da dove li prende i soldi?
Se volete chiarirvi un po' le idee e vedere gli interessi che ci sono in ballo, vi consiglio vivamente questo video https://www.youtube.com/watch?v=rBNRJTs3Bf0
A questo punto vi lascio e vi do appuntamento al mese prossimo con buone notizie, si spera;)
Un abbraccio,
Nico