Post #307: La retrospettiva di Alessandro Volpi...

Gentile collaborazione de S. Lucarelli, Critico d'Arte:

"La retrospettiva di Alessandro Volpi al Centro d'Arte Moderno


Un atto di disobbedienza eminente, alle proporzioni ed alle prospettive, é stato questo che haVOLPI 1

portato il pittore pisano Alessandro Volpi ad essere uno degli artista più rappresentativi del

nostro Novecento. Ci muoviamo dentro alla parafrasi delle forme, così allungate da farne

"fiammiferi" di luminiscenza e lungimiranza timbrica, Delle piccole o grande fenici, nobili come

el mito, soavi come un sogno.

 

L'umiltà di questo grade artista, che ha sopportato la prigionia in Algeria e le avversità del periodo post-bellico del secondo conflitto mondiale, non ne ha limitato il talento.


Partito dalle esperienze della tradizione classica toscana, da Giotto a Masaccio, visitando le impressioni di Cèzzane e giungendo con disinvoltura, al suo personalissimo stilema dove fanno capolino le avanguardie futuriste o futuro-cubiste del primo novecento, Volpi construisce la sua cifra, catturando la magia della materia e la fluidità delle forme.


Mai dimenticò delle proprie origine contadine, che costituiscono i suoi prevalenti riferimenti tematici, VOLPI

non omette di navigare oltre, scandagliando gli spazi dei sogni.

Nascono così le "Figure Simulacro", di cui parlò il poeta Alfonso Gatto (opere che vanno dal 1964 al

1978, anno della sua morte); ed a propósito di Gatto, che ha affiancato alcune sue liriche ai dipinti

di Volpi, catturandone lo spirito ermetico, voglio giocare su una metafora. Voglio accostare Volpi alla virata di un gatto, che getta sulla tela una sinfonia di colori, con dinamismo e scompiglia di un agile salto.

Così ogni dinámica proporziona e rotta, ogni equilibrio prospettico frantumato, ma tutto avviene per stregraci con la magia di un sortilegio, con un riepimento onirico totale da volo nella legenda. Un Ermes melodico, dentro al mercuriale timbrico della sostanza lirica.


Ecco si offrono gli spunti per i fondali dei palcoscenici operistici all'Arena di Verona. Sono ricordi entrate nel mito, sono le mappe d'oro dei cicli duttili dei riti. Forme elegiache si sospendono in ammalianti cromie.

Vi si aplica una purezza di contrasti cromatici che diventa evocazione versificatoria, coltaVOLPI 3

magistralmente dalla presentazione poetica de Marco Dei Ferrari.

Espansione elargitiva, evocativa, proiezione d'oltre, ancestrale ed atavica, coerenza semantica

delle idee che creano l'immagine. Dentro all'indagine umana dell pittore Alberto Berti,

Alessandro Volpi ha vissuto dinuovo il momento didattico-espansivo, con un discepolo (Alberto

Berti), che dal maestro ha ereditato l'immediatezza comunicativa del segno e del colore.

 

Volpi va posto, dunque, al centro di un percorso lirico e poetico fondamentale del XX Secolo".

S. Lucarelli
Critico Centro Arte Moderna Pisa
9 ottobre 2015