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"Francigena e Cammini", per Visit Tuscany
"La Toscana offre un'ampia varietà di antichi itinerari storici e religiosi dal valore paesaggistico e
culturale inestimabile. Camminando lungo di essi, scopriamo le storie che hanno plasmato la
regione e che la rendono quella che è oggi: un luogo di incontro e di accoglienza.
Calcando le orme dei pellegrini, scopriamo intatta la bellezza indiscussa della Via Francigena o il
richiamo mistico del Volto Santo.
La Via Francigena Toscana è un cammino di origine religiosa che, tra tesori dell'arte e della storia, attraversa natura,
borghi e città dal paesaggio mutevole e sorprendente. Sigerico, arcivescovo di Canterbury, la percorse per arrivare a
Roma, facendo ingresso in Toscana presso l'attuale passo della Cisa. Oggi la Francigena rappresenta un importante
itinerario culturale che per bellezza e capacità di evocazione è paradigma del nuovo modo di viaggiare lentamente, facendo
dell'itinerario (a piedi e in bici) un viaggio che arricchisce immensamente l'esperienza personale.
Per i collegamenti con Roma, i fiorentini usavano la Via Sanese che costituiva il percorso più breve per giungere, dalla città
del Giglio, a Siena.
La Via Sanese attraversa l'area del Chianti e raggiunge borghi e paesi affascinanti, come San Casciano in Val di Pesa,
Badia a Passignano, San Donato in Poggio e Castellina in Chianti.
La Romea Strata ricalca le antiche vie che i pellegrini dell'Europa centro-orientale percorrevano verso il centro Italia per
raggiungere la via Francigena all'altezza di Fucecchio e San Miniato, e da lì proseguire il cammino verso i luoghi santi
dell'epoca, come Roma e Santiago de Compostela. Oggi nel nord Italia è possibile percorrere 5 diverse direttrici che si
riuniscono nel basso Veneto, da dove il cammino prosegue lungo il tratto noto come Romea Nonantolana-Longobarda.
In Toscana si trovano le 6 tappe finali, passando per Cutigliano, San Marcello Piteglio, Pistoia, Vinci, Cerreto Guidi e
Fucecchio.
La Via Romea Germanica segue uno dei principali itinerari che nel Medioevo collegava il Mare del Nord con Roma.
Descritta nel dettaglio nel 1256 da Alberto di Stade, monaco benedettino, percorre quasi 2.200 chilometri da Stade
(Germania) fino a Roma, e attraversa la Germania, l'Austria e l'Italia in 96 tappe di cui 46 in Italia.
In Toscana percorre il Casentino fino ad Arezzo. Continua attraverso la Valdichiana fino alla
città-museo di Cortona, per poi raggiungere Orvieto, in Umbria. Il percorso entra poi nel Lazio,
e a Montefiascone si unisce alla Via Francigena per finire nella scenografica piazza di San
Pietro.
Le Vie di Francesco sono un insieme di cammini che collegano i tanti luoghi legati alla vita di San
Francesco d'Assisi in Toscana.
Da Firenze i pellegrini moderni possono arrivare al rinomato Santuario della Verna dove San Francesco ricevette le
stigmate per poi attraversare la Valtiberina Toscana e raggiungere Arezzo. Il cammino
prosegue attraverso la Valdichiana Aretina, fino a Cortona dove è possibile visitare
l'affascinante Eremo Le Celle.
La Via Matildica del Volto Santo parte da Mantova incontra le pianure del Po e raggiunge la Toscana al passo di San
Pellegrino, attraversa Garfagnana e Media Valle del Serchio per poi giungere, infine, a Lucca. Meta del cammino è il
Duomo di San Martino, custode del Volto Santo, statua lignea venerata in tutto il mondo.
Infine, la Via Lauretana è un'antica strada che collega Cortona a Montepulciano e Siena. Utilizzata e ampliata dai
romani, nacque per collegare la città etrusca alle consorelle tirreniche.
In seguito divenne l'antica via di pellegrinaggio che per secoli ha collegato Siena (e quindi la via
Francigena) a Cortona in direzione della Santa Casa di Loreto, attraversando per intero il
territorio dei sei comuni toscani. (...)"
(De: https://www.visittuscany.com/it/temi/francigena-and-historical-hikes/). Credito Foto: Gonews, Visittuscany y Google
"San Sisto Project"
Il San Sisto Project organizzato per il Prof. Federico Cantini ha iniziato la seconda fase degli scavi a San Sisto:
"Ancora pochi giorni e nel giardino della chiesa di San Sisto, fondata nel 1087 e situata in pieno
centro storico a Pisa, torneranno a scavare i ricercatori e gli studenti dell'Università di Pisa.
Sta infatti per avere inizio la seconda fase del "San Sisto Project", il progetto di ricerca archeologica
che indagherà una delle aree storicamente più interessanti della città nell'ambito di un progetto
triennale promosso dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
L'attività offre a circa sessanta studenti dell'Ateneo pisano la possibilità di mettere in pratica le conoscenze teoriche acquisite
durante i corsi, cimentandosi nello scavo, nella documentazione sul campo, nel rilievo topografico, nel disegno, nella
fotografia tecnica e nello studio dei reperti ceramici e antropologici.
Il progetto si avvale di un nutrito gruppo di ricerca interdisciplinare, diretto da Federico Cantini
(professore di Archeologia medievale), che coinvolge specialisti provenienti da diversi dipartimenti
dell'Università di Pisa (Riccardo Belcari, Monica Bini, Simone Collavini, Antonio Fornaciari,
Mauro Ronzani, Emanuele Taccola, Chiara Tarantino) e dal CNR (Simona Raneri).
La rilevanza di quest'area è stata confermata dalla prima campagna di scavo, che si è svolta nel
settembre 2020 e che ha consentito di ricostruire la storia dell'area dal XII-XIII secolo fino ai
giorni nostri: a Sud della chiesa, lo scavo ha messo in luce i resti di una struttura coperta, che può essere identificata con un
lato del chiostro, attestato anche nei documenti storici.
In adiacenza all'edificio religioso sono state individuate anche tombe a cassone, che probabilmente
costituiscono le sepolture privilegiate di personaggi di spicco nella comunità cittadina. Il chiostro
sembra vivere fino alla fine del XIV secolo, periodo durante il quale il suo lato settentrionale
accoglie ulteriori sepolture, questa volta realizzate nella nuda terra.
Nel XV secolo il chiostro viene distrutto, forse a seguito della conquista fiorentina, e l'area a Sud della chiesa sembra
divenire uno spazio aperto, probabilmente adibito ad orto fino al XVIII secolo.
I risultati della prima campagna di scavo archeologico nel giardino della chiesa di San Sisto, che si è
svolta a settembre dello scorso anno, saranno raccontati in un evento in diretta streaming giovedì
13 maggio a partire dalle ore 17:00 da Federico Cantini (direttore dello scavo), Riccardo
Belcari, Emanuele Taccola e Chiara Tarantino. L'iniziativa si concluderà con il video-
documentario girato durante gli scavi da Alessio Sbrana (Cidic - Centro per l'innovazione e la
Diffusione della Cultura dell'Università di Pisa).
La videoconferenza sarà trasmessa sul canale YouTube dell'Università di Pisa
Origine delle galassie: la Nasa seleziona il progetto della Normale
Una notizia importante della Scuola Normale Superiore di Pisa: VERSIONE SPAGNOLA
"James Webb, il più grande telescopio spaziale mai realizzato, sarà lanciato il 31 ottobre dallo
spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana Francese. L'esperimento presentato dal gruppo di
Cosmologia guidato da Andrea Ferrara studierà la formazione ed evoluzione delle prime galassie
distanti circa 13 miliardi di anni luce dalla Terra.
È tra i 286 prescelti a livello internazionale, e la Scuola Normale è l'unico ente di ricerca italiano tra i 77 selezionati nel settore "Galaxies".
Pisa, 7 aprile 2021, de Normale News (normalenews.sns.it)
La Nasa ha selezionato un esperimento scientifico presentato dal Gruppo di Cosmologia della Scuola Normale Superiore per l'osservazione delle prime galassie formatesi subito dopo il Big Bang. Il progetto di ricerca entra così nel programma scientifico internazionale allestito per il primo ciclo di vita del telescopio spaziale James Webb, il più grande mai realizzato, che intende svelare ulteriori segreti sull'origine dell'universo.
Dotato di capacità di imaging superiore e spettroscopia ad alta risoluzione, James Webb amplierà
le scoperte avviate dal telescopio Hubble, di cui è considerato il successore, e sarà lanciato in orbita
solare il 31 ottobre 2021 dalla località di Kaurou, nella Guyana Francese, sulla costa nord-orientale
del Sudamerica. Inizierà a osservare l'universo dal maggio 2022, dopo che la navicella spaziale avrà
viaggiato per più di un milione di chilometri e verificato il funzionamento di tutta la propria strumentazione.
Per quella che viene considerata una tappa fondamentale della nostra comprensione del cosmo e dell'inizio della vita, la
collaborazione tra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia spaziale canadese (CSA) ha chiamato la comunità
scientifica internazionale a presentare progetti scientifici finalizzati a far luce sull'origine dell'universo, mettendo a
disposizione 6.000 ore di osservazione, il primo ciclo di "lavoro" del telescopio, riguardanti 8 settori di ricerca.
Oltre 1.000 sono state le proposte arrivate entro il 24 novembre scorso da scienziati provenienti da 44 paesi.
L'esperimento presentato dal Gruppo di Cosmologia della Normale ("Galaxy assembly at z > 6: unraveling the origin of the
spatial offset between the UV and FIR emission"), il cui Principal Investigator è il ricercatore della Scuola Stefano Carniani, è
risultato tra i 286 prescelti. La Scuola Normale è l'unico centro di ricerca italiano che ha un progetto a sua guida tra i 77
selezionati nella sezione Galaxies.
Il progetto dei cosmologi della Normale si concentra in particolare sullo studio della formazione ed
evoluzione delle prime galassie, distanti circa 13 miliardi di anni luce dalla Terra, e avrà in dote 21,3
ore di osservazione. Riceverà personale specifico di supporto da parte della collaborazione
internazionale, oltre che un budget di prossima assegnazione. Del Gruppo di ricerca di Cosmologia è
responsabile Andrea Ferrara, e ne fanno parte, oltre a Carniani, Simona Gallerani, Andrea Pallottini,
Livia Vallini, Evangelia Ntormousi, Mahsa Kohandel.
"I telescopi attualmente a nostra disposizione hanno permesso solo un primo superficiale studio delle caratteristiche delle
prime galassie – spiega Carniani. James Webb Space Telescope rivoluzionerà il campo permettendo
di ottenere informazioni cruciali sulle prime fasi di evoluzione delle galassie. In particolare il nostro
esperimento è dedicato alla ricerca della luce emessa dalla popolazione stellare e dal gas ionizzato
all'interno di tre galassie risalenti a soli 500-900 milioni di anni dopo il Big Bang. Queste
osservazioni consentiranno di capire in maniera precisa come queste galassie si siano formate
e quando".
"L'assegnazione di questo ambitissimo tempo di osservazione al nostro progetto - commenta il prof. Ferrara - è un
riconoscimento al lavoro che il Gruppo di Cosmologia sta svolgendo nell'ambito di una ERC Advanced Grant finanziata
dalla EU e che privilegia la stretta combinazione tra approcci teorici e sperimentali allo studio dell'Universo primordiale.
Ribadisce inoltre il ruolo leader della Scuola Normale nella ricerca scientifica a livello internazionale in un ambito
particolarmente competitivo".
De: https://normalenews.sns.it/origine-delle-galassie-la-nasa-seleziona-il-progetto-della-normale-per-il-primo-ciclo-di-osservazioni-del-telescopio-james-webb
Fotos: Google
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