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La divina commedia in Piazza dei Miracoli con le Letture della Normale
Tra l'11 e il 13 settembre, tre serate a Pisa a cura della Scuola Normale: si leggerà la Divina commedia nello scenario del
Camposanto Monumentale. Aperte le iscrizioni fino al 7 agosto per far parte del reading. VERSIONE SPAGNOLA
Nell'ambito delle celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante, la Scuola Normale Superiore
propone tre serate dedicate alla lettura integrale della Commedia.
A Pisa, l'11 settembre si potrà ascoltare l'Inferno, il 12 settembre si proseguirà con il Purgatorio e il 13
settembre (nella notte in cui, si racconta, Dante morì a Ravenna nel 1321) si concluderà con il Paradiso.
Grazie alla collaborazione dell'Opera Primaziale del Duomo, l'evento si potrà tenere presso il Camposanto
nella Piazza dei Miracoli, tra gli affreschi di Buffalmacco.
I tre giorni di lettura saranno preceduti da una settimana di eventi collaterali, sparsi per tutta la città: lezioni, presentazioni di libri, spettacoli teatrali e concerti.
La tradizione delle Letture della Normale è ormai consolidata: ogni anno, gli allievi e le allieve della
Scuola Normale Superiore organizzano una lettura collettiva dedicata a un capolavoro della
letteratura.
Studenti e studentesse, docenti, cittadini e cittadine di ogni età si trovano tutti insieme e prestano
le loro voci ai classici della letteratura italiana. Questi eventi sono l'occasione di scoprire e riscoprire capolavori (come i
Promessi Sposi o l'Orlando Furioso, il Decameron o i Canti di Leopardi) in un incontro che coinvolge persone di ogni età,
genere o provenienza.
La lettura si terrà all'aperto, nel rispetto di tutte le normative anti-Covid. Per partecipare all'evento
come lettori non sono necessarie competenze pregresse: basta compilare, entro il 7 agosto, il form
disponibile all'indirizzo https://forms.gle/CjW3HZPvCiog8yhQ7; in base al numero di adesioni,
il testo sarà diviso in brani e assegnato ai lettori e alle lettrici.
Pisa, 23 luglio 2021.
De: https://normalenews.sns.it/la-divina-commedia-in-piazza-dei-miracoli-con-le-letture-della-normale
Gli scavi nel Parco Archeologico di Segesta, per la SNS
Gli scavi della Scuola Normale Superiore nel Parco Archeologico di Segesta, in provincia di
Trapani, hanno portato al rinvenimento di un nuovo edificio monumentale, nei pressi del portico
che chiudeva l'antica agorà, con la base di un'antica statua su cui sono incisi il nome e le opere di
un personaggio che sostenne finanziariamente e curò opere monumentali di edilizia pubblica.
"Sono risultati importantissimi, che dimostrano il fondamentale ruolo che ricopriva la munificenza delle grandi famiglie nella
storia della Sicilia antica e il rilievo che veniva dato ad esse nei luoghi più strategici", commenta la direttrice degli scavi
Anna Magnetto, professoressa di Storia greca alla Scuola Normale Superiore e direttrice del Laboratorio Saet, "proprio
come avviene adesso con i grandi sponsor di restauri e di eventi ".
Dallo scorso 3 maggio l'équipe della Scuola Normale Superiore, con studenti specializzandi e dottorandi provenienti da varie
Università, aveva ripreso le indagini nell'agorà di Segesta con i suoi edifici pubblici. Lo scavo, concluso venerdì scorso, era
diretto, oltre che da Magnetto, da Maria Cecilia Parra (docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica,
Università di Pisa) e coordinato sul campo da Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca), sotto la supervisione della
Direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio. Carmine Ampolo, Professore Emerito della Scuola
Normale, era presente per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici.
La piazza di Segesta fu costruita su tre terrazze digradanti, dal II secolo a.C., secondo modelli
urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo, dall'Asia Minore
all'area egea e a quella italica.
"Lo scavo" spiega Parra, "si è svolto sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico
(stoa) monumentale chiudeva l'agorà. Fu costruito realizzando grandi tagli della roccia, come hanno chiarito le possenti
opere di sostruzione messe in luce lungo il pendio: un complesso imponente quanto quello sul lato nord riportato alla luce
negli anni passati".
Il portico superiore si affacciava sulla piazza, davanti a un edificio monumentale, con una facciata a livello inferiore
prospiciente al percorso viario. Qui si apriva un'ampia porta d'accesso, con vani che avevano un'importante funzione
pubblica: grazie alle nuove scoperte sappiamo che chi entrava poteva leggere su una base, conservata al suo posto
originario, il nome e le opere di un personaggio di spicco a Segesta, uno di quelli che tra II e I sec. a.C. sostennero
finanziariamente e curarono monumentali opere di edilizia pubblica: Diodoro, figlio di Tittelo.
"Era la base" come riconosce il prof. Ampolo, "ben conservata e leggibile, di una delle statue fatte innalzare da questo
personaggio, già noto per aver eretto la statua della sorella, sacerdotessa di Afrodite Uranìa, rinvenuta presso il tempio
dorico nel XVII secolo.
Un'altra iscrizione greca, scoperta presso la porta, arricchisce così il quadro delle testimonianze di evergetismo, di
munificenza per la comunità, della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di
statua (ora a Palermo) nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore.
Diodoro fa porre qui la statua di suo padre Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva a sua volta
finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Tutte queste testimonianze mostrano
chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica".
"I risultati raggiunti quest'anno" conclude Magnetto "possono dirsi straordinari. Un tassello del tutto nuovo si è aggiunto
alla nostra conoscenza dell'antica città, mostrando un complesso archeologico inedito, che la nuova iscrizione consentirà di
interpretare.
Vorrei aggiungere che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno della Scuola
Normale e la lungimiranza del suo Direttore, Luigi Ambrosio, che ha creato le condizioni perché
potessimo proseguire le nostre ricerche in sicurezza a tranquillità anche in un momento così
complesso. Siamo particolarmente lieti di poter ripagare la sua fiducia con questi importanti
risultati."
Una micro molecola di RNA...
Un interessante articolo pubblicato nel UniPi News lo proponiamo in questo Blog. Presto la Versione Spagnola
"Una micro molecola di RNA lo spartiacque tra mammiferi placentati e gli altri vertebrati?
Pubblicati i risultati di uno studio coordinato dall'Università di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore
Potrebbe essere una minuscola molecola di RNA, mir-541, lo spartiacque evolutivo tra "noi"
mammiferi placentati e gli altri vertebrati. È questa l'ipotesi che scaturisce da uno studio della
Scuola Normale Superiore e dell'Università di Pisa pubblicato sulla rivista Stem Cell
Reports.
La molecola mir-541, un micro RNA presente nell'uomo e negli altri mammiferi placentati, assolverebbe a una funziona
decisiva nella formazione del corpo calloso, il ponte di fibre nervose presente all'interno del cervello, fondamentale per far
comunicare l'emisfero destro con quello sinistro. Nell'uomo, 200 milioni di fibre attraversano il corpo calloso. Gli altri
vertebrati, compresi i mammiferi marsupiali, non hanno questa via di connessione, una differenza che segna un netto
distacco evolutivo.
Coordinato da Federico Cremisi (ricercatore del Laboratorio di Biologia della Scuola Normale
Superiore Bio@sns, diretto da Antonino Cattaneo), e Robert Vignali (Dipartimento di Biologia
dell'Università di Pisa), lo studio, a firma di Manuela Martins, perfezionanda della Scuola Normale,
ha coniugato approcci di biologia molecolare dello sviluppo, trascrittomica, bioinformatica e analisi
statistico-matematica.
Qual è l'azione decisiva di mir-541? Quella di ritardare la sintesi della proteina Satb2, le cui funzioni sono fondamentali in
una precisa fase temporale dello sviluppo della corteccia cerebrale. Questo consentirebbe a determinati neuroni corticali di
inviare le proprie fibre attraverso una nuova via di connessione (il corpo calloso) anziché attraverso la più antica e più lenta
via, la commessura anteriore, una connessione nervosa presente negli altri mammiferi non placentati.
L'importante risultato scaturisce da una collaborazione multidisciplinare tra diversi gruppi di ricerca, che hanno utilizzato un
modello in vitro di cellule staminali umane e di topo per studiare l'azione dei microRNA durante il loro differenziamento in
neuroni corticali.
"Abbiamo osservato che quando miR-541 viene inibito nei neuroni in coltura, la proteina Satb2 compare in anticipo, e
questo, anche alla luce di risultati di altri laboratori, potrebbe ostacolare la creazione del corpo calloso – dicono gli studiosi-.
Le implicazioni di questo meccanismo molecolare sono potenzialmente enormi, sia dal punto di
vista evolutivo che per eventuali aspetti clinici. Sono infatti note malformazioni del corpo calloso, il
cui non è completamente chiaro, o, in molti casi, completamente ignoto. Siamo adesso al
lavoro per caratterizzare l'azione dei geni regolati da miR-541 e le differenze genetiche che rendono così unica questa
fondamentale via di comunicazione tra gli emisferi cerebrali".
(De: unipi.it, dal 31 maggio 2021). Tradotto per la Redazione del Blog. Immagini de Google.