Addio a Chiara Frugoni, raffinata studiosa del Medioevo per M. Ronzani

Il ricordo della professoressa nelle parole dell'allievo e poi collega professor Mauro RonzaniA chiaraF

Chiara Frugoni, studiosa del Medioevo vissuto e 'parlante' nelle immagini e nei testi, è morta il 9

aprile 2022 a Pisa, la città in cui era nata nel 1940 e ha abitato per buona parte della sua vita.

Figlia di Arsenio Frugoni, grande e raffinato storico della Chiesa medievale, e docente alla Scuola

Normale Superiore fra 1954 e 1962, Chiara si laureò a Roma nel 1965, e subito dopo frequentò il

corso di perfezionamento della Scuola Normale, passando poi a lavorare nella Biblioteca

Universitaria di Pisa.

Nel 1974-75, con l'attivazione (una delle primissime in Italia) del corso di laurea in Storia presso la Facoltà di Lettere e

Filosofia del nostro Ateneo, fu chiamata ad insegnarvi una materia anch'essa 'nuova' come "Esegesi delle fonti della storia

medievale". Il suo primo corso - al quale ebbi l'onore di partecipare come studente - fu dedicato al tema dell' "Incontro fra i

tre vivi e i tre morti"; nelle sue lezioni, tenute con tono suadente e colloquiale, Chiara mise a confronto e fece interagire testi

letterari e immagini, con quel suo metodo caratteristico che avrebbe in seguito sempre più affinato, ampliando gli interessi

letterari in una più ampia prospettiva storica che, partendo sempre (o quasi) dalle immagini, ne studiava il contesto di

produzione e la funzione di ammaestramento e persuasione.

Esemplari, in tal senso, i suoi studi degli anni '80 sugli affreschi del Camposanto pisano, allora da poco attribuiti a Bonamico

Buffalmacco.

Nel frattempo, vinto nel 1980 il concorso nazionale per professore ordinario, era stata chiamata a ricoprire la terza cattedra

pisana di Storia medievale, affiancandosi così a Cinzio Violante e Emilio Cristiani. Vi sarebbe rimasta fino al 1988, quando

passò all'allora giovane "Seconda Università" di Roma (oggi Roma Tor Vergata); finché, nel 2000, decise di lasciare

l'insegnamento accademico per dedicarsi completamente all'attività scientifica e alla alta divulgazione del Medioevo.

Celebri e apprezzati i suoi molti studi sulla figura di Francesco d'Assisi ("uomo" prima che santo), nei quali A FCO CHIara

riuscì a far entrare nella discussione, allora vivissima fra gli storici, sulla personalità e gli ideali dell'Assisiate,

le prime raffigurazioni di lui come santo: come le biografie ufficiali, da Tommaso da Celano a san

Bonaventura, anche tali rappresentazioni subirono una progressiva evoluzione, nel solco della profonda

trasformazione vissuta (e in parte subita) dall'Ordine dei Frati Minori nel corso del Duecento e del primo

Trecento.

Particolarmente innovativo e molto discusso fu il libro dedicato nel 1993 a "Francesco e l'invenzione delle stimmate".

Con Francesco, accanto a lui ma anche nella sua specificità di "donna religiosa", la studiosa si occupò intensamente della sua

omonima Chiara d'Assisi, portatrice coraggiosa e indomita della rivendicazione della povertà e della 'precarietà' come valori

irrinunciabili della proposta religiosa francescana. Il Medioevo delle donne divenne anzi uno dei terreni preferiti della ricerca e

della divulgazione di Chiara Frugoni; ma lo furono anche il Medioevo della "vita quotidiana" (con le sue piccole ma decisive

invenzioni, quali gli occhiali e i bottoni) e il Medioevo delle città, fra chiese, palazzi pubblici e luoghi di lavoro.

Il volume del 2016 "Storia di un giorno in una città medievale", firmato insieme con il padre (scomparso prematuramente e

tragicamente nel 1970) segnò, simbolicamente, l'incontro fra i percorsi intellettuali seguiti, in epoche diverse, A PERFINO

da Arsenio e Chiara Frugoni; con la memoria di quel genitore esigente e lontano Chiara aveva fatto

pubblicamente i conti con il sofferto libro "Perfino le stelle devono separarsi", uscito nel 2014, nel centenario

della nascita di Arsenio Frugoni. All'Università di Pisa e ai giovani colleghi e studenti degli anni '70 e '80

Chiara Frugoni è rimasta legata fino all'ultimo.

Oggi la ricordiamo con affetto e rimpianto, ringraziandola per aver saputo insegnarci che lo studio delle fonti

scritte e lo studio delle immagini possono e devono combinarsi, perché la "Storia" è sempre un po' più in là e un po' più in

alto delle sue declinazioni accademiche.

Mauro Ronzani
Professore di Storia medievale all'Università di Pisa

In memoriam